Alessandro Ebuli poeta e scrittore ligure nasce nel 1975 a La Spezia. Ha all’attivo le sillogi poetiche “Sotterraneo” (Eretica Edizioni, 2016); le raccolte di racconti “Le dieci stanze” (Eretica Edizioni, 2017) e “Incastri distanti” (Eretica Edizioni, 2018).
La sua partecipazione a innumerevoli concorsi letterari gli ha permesso di ottenere svariati riconoscimenti sia in veste di primo classificato che di finalista e ha contribuito alla realizzazione di diverse raccolte antologiche. Collabora con disparate riviste musicali on-line.
L’autore coopera da diverso tempo con Tempra Edizioni difatti ha pubblicato, con la suddetta realtà editoriale, le sillogi poetiche “Istinti” (2019) e “Temporali silenziosi” (2020) senza contare i suoi contributi all’interno delle raccolte antologiche “Società Liquida”, “Resilienza”, “Emblema Narrativo” e “Surrealismo il genio controverso di Salvador DalÍ” (volume bilingue italiano-spagnolo). Oggi però presenta in questa breve intervista la sua nuova opera nonché il romanzo dal titolo “La presenza di Hariel”.
Ciao Alessandro, benvenuto.
ALESSANDRO: Ciao Marianna, piacere di ritrovarti.
1) In molti ti conoscono come poeta ma in pochi sanno che nell’ambito della narrativa hai prodotto diversi racconti, ma è la prima volta che ti sei dedicato alla stesura di un romanzo. Com’è stata per te questa esperienza?
Da tempo avevo intenzione di dedicarmi ad un romanzo, soprattutto dopo aver pubblicato due libri di poesia che è una dimensione che mi appartiene molto profondamente. Con i racconti invece è molto più semplice, almeno per me, muovermi all’interno di una forma narrativa ridotta entro i cui confini non c’è spazio per stratagemmi volti a rallentare o accelerare la lettura. Con il racconto si va dritto al punto e con il romanzo “La presenza di Hariel” ho avuto modo di comprendere a fondo quanto i due mondi del racconto e del romanzo siano completamente diversi l’uno dall’altro. È stata sicuramente un’esperienza che mi ha arricchito a iniziare dal modo con cui ho dovuto inquadrare l’opera nella sua totalità. Nella scrittura di un romanzo si presenta la necessità di un approccio meno diretto e più ragionato rispetto ad altre situazioni.
2) Hai dedicato “La presenza di Hariel” ad una persona molto importante per te. Ti va di rendere partecipi i lettori di questo aspetto prettamente privato?
Certo, con piacere. Ho dedicato “La presenza di Hariel” a mio Padre che è mancato a settembre 2021 in seguito ad una lunga malattia. Gli ultimi mesi della sua vita sono stati estremamente sofferti e dolorosi e mi hanno spinto a lavorare al romanzo perché sentivo fosse arrivato finalmente il momento giusto affinché vedesse la luce. Mio padre è stato un punto di riferimento, ad iniziare dalla sua grande passione per la lettura che inevitabilmente mi ha trasmesso. Nonostante ci scontrassimo spesso a causa del nostro carattere non propriamente facile ho sempre letto nei suoi occhi un grande orgoglio per ciò che nel mio piccolo sono riuscito a creare grazie alla mia penna. Ecco perché ritengo che in questo caso la presenza che Hariel vuole metaforicamente rappresentare sia la figura di mio Padre che mi mancherà in ogni istante della mia vita ma che mi sarà sempre accanto. Lui Sarà per me una presenza fondamentale.
3) La protagonista del romanzo è Marta, una donna laureata in Medicina che per una serie di ragioni lavora come magazziniera, ma lotta continuamente con sé stessa rispetto alle scelte di vita effettuate in parte avvenute solo per compiacere gli altri. A te è mai successo di compiere delle azioni solo per non deludere qualcuno?
Certamente, come credo la maggior parte delle persone. Spesso, purtroppo, ci si trova davanti a interrogativi che ci mettono nella condizione di fare scelte a scapito di altre per molteplici ragioni. Del resto, la paura di deludere fa parte dell’essere umano; quando si prende una decisione controvoglia e soltanto perché non si vuole scontentare qualcuno si sta facendo in primis un torto a sé stessi, non se ne ha coscienza al momento della scelta ma lo si capirà col tempo…
4) Marta soffre molto le aspettative che gli altri hanno su di lei tanto da metterla in crisi spesso. In questo nostro tempo devastato da tanti eventi l’aspettativa rende ancora tutto più faticoso?
Qualcuno ha detto che l’aspettativa uccide l’essere umano e questa asserzione mi trova totalmente d’accordo. Più che mai in questi ultimi decenni di consumismo sfrenato e di “tutto e subito” ci si aspetta dagli altri qualcosa che non è detto avvenga e quando le aspettative non vengono soddisfatte si crea un divario difficile da recuperare. Sì, l’aspettativa rende tutto molto faticoso, in modo diverso per ciascuna situazione in gioco. Poi c’è chi dice di non preoccuparsi assolutamente delle aspettative degli altri, ma per restare nei nostri ambiti di competenza credo che quando si crea qualcosa di proprio pugno si senta il peso dell’aspettativa da parte di chi fruirà del prodotto finito.
5) Marta dopo una serie di delusioni amorose si rimette in gioco tanto da trovare il coraggio di vivere una storia con Andrea, il suo amico di infanzia, proprio quando aveva perduto le speranze. La componente delle delusioni incide sulla paura di avvicinarsi a qualcuno e amare?
In linea generale credo di sì, ci sono persone che rimangono scottate da delusioni d’amore e prima di approcciarsi ad una nuova storia ci pensano bene, probabilmente è un modo per salvaguardare sé stessi, per spirito di autoconservazione. Di contro, si rischia di perdersi qualcosa di meraviglioso. Ma a parole è facile, la vita reale è tutt’altra cosa. Nel romanzo affronto l’argomento in modo più ampio, Marta e Andrea hanno storie differenti alle spalle, ma una grande amicizia che li lega da decenni. Questo farà la differenza.
6) Il libro si caratterizza per la sua struttura, nel senso che ad un certo punto Marta leggerà a sua volta un libro. Come una sorta di matrioska c’è un libro nel libro, vero?
Esatto, “Hariel” è un libro dentro un libro. Marta leggerà l’Hariel interno e in qualche modo la storia narrata prenderà una nuova piega. Pensa che quando ho iniziato a lavorare all’embrione di Hariel, ben cinque anni fa, la storia era divisa in dieci parti separate, come fossero testi da leggere singolarmente. Al momento della prima rielaborazione ho pensato di collegarli tutti in una sorta di monologo che avesse al suo interno differenti tematiche unite da un unico filo conduttore. A quel punto mi sono detto se non fosse riduttivo lasciarlo così senza una storia con vari personaggi a dare un senso a quel monologo; quindi, ho deciso di costruire una storia ad hoc che gli ho cucito intorno. Credo che adesso abbia trovato la sua giusta dimensione.
7) L’illustrazione della copertina è stata realizzata da Riccardo Bucchioni, che ringrazio a nome di Tempra Edizioni. Che effetto ti ha fatto vedere prendere forma ciò che avevi solo idealizzato e definito attraverso la scrittura?
Considerata la genesi del romanzo – dalla fase embrionale al libro finito – guardare la copertina che Riccardo ha creato sulla base delle mie poche e stringate indicazioni mi rende estremamente soddisfatto e felice. Ecco, uno dei rari casi in cui le aspettative non solo vengono soddisfatte, ma addirittura superate! Riccardo Bucchioni è un artista straordinario, ha saputo condensare in un’unica immagine tutto il senso del libro. Inoltre, Riccardo ha creato centinaia di opere meravigliose, tra le quali numerose copertine di dischi. Vi invito ad andare a scoprire i suoi lavori, ne resterete affascinati.
8) Un motivo per cui un lettore dovrebbe leggere “La presenza di Hariel”?
I motivi possono essere molteplici. Direi intanto di lasciarsi catturare dalla splendida copertina, poi di sfogliare il libro per scoprire chi sia questo Hariel e il motivo della sua presenza. Poi perché al suo interno ci sono alcuni importanti riferimenti a grandi opere del passato alle quali sono debitore, una in particolare che scoprirete leggendo Hariel. Infine, in questo romanzo c’è un libro dentro al libro, in pratica due al prezzo di uno!
9) Qualcosa da aggiungere?
Un grazie sincero a tutto il team di Tempra Edizioni e alle persone che anche inconsapevolmente hanno ispirato questo romanzo. Per quanto mi riguarda sono pienamente soddisfatto del traguardo raggiunto anche se mi è costato tempo e fatica. Mi auguro di cuore venga ripagata con commenti positivi. Venerdì 13 maggio presenterò “La presenza di Hariel” presso la Skaletta Rock Club a La Spezia, un noto live club del circuito ARCI. Mi accompagneranno in questa prima ufficiale Simona Albano, con la quale dialogherò, e Alessia Rolla, nota cantante spezzina, che leggerà alcuni estratti del libro. Vi aspetto!
Ringrazio Alessandro per l’intervista.
Marianna Iannarone