Daniele Senape (Ariano Irpino, 15 aprile 1991) giovane brillante, appassionato di sceneggiatura, esordisce con la sua prima opera Sora la spada della giustizia, come autore del manga co-realizzato con la disegnatrice Vinkel – una sua illustrazione è riportata sulla quarta di copertina - che si è occupata anche del lettering insieme a Maria Laura Santus, creatrice dell’illustrazione in copertina.
Tenace, autocritico e pieno di risorse, Daniele ha portato a termine questo progetto editoriale insieme alle sue collaboratrici. Della sinergia del team, dell’ambizione e del sogno avverato, sarà proprio lui a raccontarlo in questa breve intervista.
Daniele sei il benvenuto nel salotto virtuale di Tempra Edizioni.
DANIELE: Un saluto a tutti coloro che stanno per leggere questa intervista.
1) Qual è stato il primo fumetto che hai letto?
Credo che dovrò ritornare indietro nel tempo, tutto risale fin dalla notte dei tempi... Onestamente non ricordo quale sia stato il primo fumetto che ho letto, ma ricordo il primo manga che ho comprato, si trattava di un volume di Saint Seiya I Cavalieri dello zodiaco, risale a 21 anni fa. A suo tempo, nel nostro paese, i manga non erano ancora molto conosciuti, quindi quando andai in edicola e vidi la copertina della serie che prima di allora guardavo solo in televisione mi sono subito incuriosito. Ma la cosa più buffa e che mi trovai per la prima volta a leggere un manga con la lettura giapponese (da destra verso sinistra), per un primo momento mi ha causato un po' di confusione, scorrevo le pagine e vedevo le immagini andare al contrario e mi sono chiesto “vuoi vedere che ho comprato un fumetto con errore di stampa?” con il morale basso, stavo per tornare indietro dall’edicolante, quando poi, mi sono accorto di una pagina che dava indicazioni su come leggere un manga e quindi poi ho capito. A proposito, per chi non è un appassionato del genere e vuole incominciare a interessarsi, per maggiori informazioni, abbiamo aggiunto al volume una pagina con le indicazioni necessarie.
2) Quali Maestri del “genere” rappresentano per te una fonte d’ispirazione?
Se penso alla mia infanzia da bambino non posso che non menzionare, Masami Kurumada, l’autore di Saint Seiya e Akira Toriyama autore di Dragon Ball, ero un grande appassionato delle loro opere. Mentre se penso ai tempi più recenti e ai manga che ho cominciato a seguire con una certa continuità costruttiva, direi senza dubbio, Masashi Kishimoto autore di Naruto e Hajime Isayama autore dell’Attacco dei Giganti. Queste due opere hanno avuto un effetto incredibile su di me: Naruto oltre ai disegni e la costruzione scenografica che considero tra i migliori in assoluto, ho sempre apprezzato di come venivano sviluppate le varie tematiche presenti nel manga, mentre l’Attacco dei Giganti per l’imprevedibilità della narrazione che mi ha sempre spiazzato.
3) Com’è nata l’idea di sviluppare un progetto laborioso come “Sora la spada della giustizia” insieme a Vinkel e a Maria Laura Santus?
Fin da piccolo, quando guardavo un film o una serie animata esprimevo sempre delle opinioni e più delle volte ero anche abbastanza critico da dire “No, perché ha fatto così?” mi chiedevo cosa avessi fatto io se fossi stato al posto dell’autore. Finché un bel giorno, ho deciso di provare a fare sul serio. All’inizio quando ho cominciato a sviluppare la trama sembrava tutto rose e fiori, ma quando poi mi sono trovato a scrivere le prime pagine di sceneggiatura e quindi a curare i vari dettagli delle singole scene, lì ho capito quanto fosse complicato. L’incontro con Vinkel mi ha giovato, non tanto sulle scelte tecniche della narrazione, ma su quelle basilari, quelle che dal principio del mio percorso creativo davo erroneamente per scontato. Mentre Maria Laura Santus ha realizzato la copertina, io mi sono limitato a creare una bozza della posizione che doveva assumere Sora, più o meno la stessa operazione che ho svolto per lo storyboard delle varie pagine, solo che in questo caso è stato più impegnativo, in quanto, essendo un disegno destinato per la copertina mi serviva creare un’immagine che da un punto di vista visivo catturasse l’interesse del lettore. Ricordo di averne disegnate una decina di bozze prima di decidere quella migliore e alla fine quando ho visto l’intera illustrazione colorata, ho capito di aver fatto la scelta giusta.
4) La protagonista della storia è Sora, una giovane guerriera. Qual è il messaggio morale che da autore (mangaka) hai voluto trasmettere con questa narrazione?
A riguardo credo che sia doveroso fare due tipi di distinzioni di messaggi: la prima riguarda il tema scelto della singola storia, la seconda invece è rivolto all’aspetto tecnico complessivo che accompagnerà la protagonista nel suo percorso. Sinceramente, non intendo svelare quale siano questi messaggi, è un compito che voglio lasciare al lettore che leggerà la storia. Posso solo rivelare che mi sono ispirato a delle mie esperienze o per meglio dire a delle opinioni strettamente personali rivolte in modo significativo ai famigerati stereotipi di cui non ci vado particolarmente a braccetto. Sicuramente chi leggerà il manga, non dovrà solo osservare i combattimenti, ma dovrà soprattutto soffermarsi sull’aspetto morale dei personaggi, ovvero il confronto e il dialogo che a mio modo di vedere è la parte più essenziale di tutta la storia.
5) Per quale ragione hai optato per una figura femminile come protagonista del tuo manga?
Come ho già risposto in precedenza, sono contrario ai vari stereotipi. Ho scelto una figura femminile che solitamente per un manga di azione, ma non solo, viene utilizzata più per ragioni di estetica o al massimo come personaggio secondario o di contorno; io invece la volevo a capo di un ruolo che in un certo senso potesse contrastare questi pregiudizi. Vogliamo tutti la parità di genere tra uomo e donna? Nel mio piccolo credo di averlo ampiamente dimostrato.
6) Del mondo che hai creato puoi svelarci qualcosa in particolare?
Del mondo e dell’epoca in cui vivono i personaggi c’è poco da aggiungere, nel senso che trattandosi di una storia autoconclusiva non mi sono potuto dilungare troppo. Però posso svelare alcuni aspetti storici che mi hanno ispirato, tipo il periodo del colonialismo e il suo atroce sfruttamento. Mentre per la realizzazione dei costumi, mi sono lasciato attirare dai classici costumi dell’Asia Orientale, aggiungendo sempre qualcosa di mio.
7) Da sceneggiatore dell’opera quali sono state le tue impressioni nel vedere venir fuori dal talento di Vinkel i personaggi della tua storia?
Una grande emozione, devo dire che a riguardo mi sento davvero fortunato, perché i disegni dei vari personaggi e anche dell’ambientazioni sono usciti decisamente meglio rispetto a come li avevo immaginati. Purtroppo non sono per nulla bravo a disegnare, io mi sono limitato a disegnare le bozze dei costumi e delle scene dello storyboard e non posso negare che all’inizio ero un tantino titubante, perché temevo che questo potesse scompaginare un po' le carte in tavola, invece sia Vinkel che Maria Laura Santus hanno operato in maniera eccezionale.
8) Il manga è un fumetto di origine giapponese che differisce da quello occidentale per l’ordine di lettura. E non a caso, anche “Sora la spada della giustizia” è concepito alla giapponese. Quali difficoltà hai riscontrato nella scrittura dei dialoghi tenendo conto di questo aspetto tecnico?
Tutto questo mi è venuto in maniera spontanea, credo di aver vissuto un periodo della mia vita dove leggevo e scrivevo da destra verso sinistra. Scherzi a parte! Queste sono scelte soggettive, che ogni autore deve sentirsi libero di svolgere per i propri progetti. Nel mio caso ho preferito lasciare l’ordine di scrittura alla giapponese, perché per me un manga deve essere letto in questo modo, ma al tempo stesso non posso negare che nella mia storia ho inserito alcuni aspetti tecnici che appartengono al nostro stile occidentale, come per esempio la lunghezza dei dialoghi, solitamente nei manga sono abbastanza corti.
9) L’episodio narrato è autoconclusivo, ma Sora potrebbe tornare in futuro?
Magari, mi farebbe molto piacere ritornare a scrivere nuove pagine di sceneggiatura su Sora, anche perché su di lei e su tanti altri aspetti c’è ancora molto che il lettore deve conoscere.
10) Un motivo per cui un lettore dovrebbe leggere “Sora la spada della giustizia”?
Pur trattandosi di una storia di fantasia, quest’opera poggia su temi sociali e culturali che la renderanno a gli occhi dei lettori realistica. Sora è una ragazza come tante altre, caratterizzata da pregi e difetti, potrebbe ricordare un’amica, un familiare e anche se stessi, questo perché, nonostante sia dotata di un grande talento, anche lei per raggiungere le sue ambizioni deve andare incontro a delle sfide che la consentiranno di crescere e migliorare rendendola perfettamente umana. Attraverso Sora e ai vari personaggi di questa storia, sono convinto che molti lettori riconosceranno qualcosa di loro stessi.
11) Qualcosa da aggiungere?
È stato davvero bellissimo lavorare a questo progetto, quindi non posso essere che felice per aver raggiunto questo piccolo grande risultato. Quest’opera non è più mia, appartiene ai lettori e in quanto tale saranno liberi di esprimere le proprie opinioni costruttive. Non vedo l’ora di leggere i primi commenti.
Grazie Daniele per l’intervista.
Marianna Iannarone per Tempra Edizioni